ENZO GOLA
From Western
breeding trophies
to research wines
ENZO GOLA
From Western
breeding trophies
to research wines

“When I was a child, grandfather Clemente used the draft horse to go to the countryside and I couldn’t wait to accompany him: this is how the passion for this extraordinary animal was born”, says chef Enzo Gola, owner of the Turin restaurant Cà Mentin, making to trace the origin of the story back to that first fascination and to the generosity of the father the possibility of following an authentic vocation.

The boy who wanted to become a cowboy thus passed from riding school to horse competitions until 1985, the year of the turning point, when in Verona for Fieracavalli he met two Canadian boys. “It was like an apparition, I finally had in front of me, in flesh, blood and hat, the example of what I had always dreamed of becoming”.

1985: from the Verona Horse Fair Enzo Gola returns to Turin with a quarter horse. Abandoned caps and whip, (but also the restaurant run by his father for over twenty years) he devoted himself completely to western riding, both as a breeder and as an exhibitor, winning titles all over the world.

Parallel to sport and long journeys, the discovery of new flavors but also the nostalgia of those “at home” that end up rekindling another family passion: that for cooking. Enzo Gola’s “hero’s journey” thus finds its maturity.
1985: from the Verona Horse Fair Enzo Gola returns to Turin with a quarter horse. Abandoned caps and whip, (but also the restaurant run by his father for over twenty years) he devoted himself completely to western riding, both as a breeder and as an exhibitor, winning titles all over the world.

Parallel to sport and long journeys, the discovery of new flavors but also the nostalgia of those “at home” that end up rekindling another family passion: that for cooking. Enzo Gola’s “hero’s journey” thus finds its maturity.


Those who have known the cowboy find him in the taste for curious contaminations. With Mexican cuisine, for example, when in the seafood appetizer he combines the Sanremo red shrimp with Cinta Senese lard, Cervere leek and avocado sauce “lightly flavored with lime and sour cream”.

Back in Italy Enzo Gola renovates his grandfather’s farmhouse on the Turin hill, in Revigliasco, to open the restaurant Cà Mentin (da Clemente, in fact).
“Quando ero bambino nonno Clemente usava il cavallo da tiro per andare in campagna e io non vedevo l’ora di accompagnarlo: è nata così la passione per questo straordinario animale”, racconta lo chef Enzo Gola, patron del ristorante torinese Cà Mentin, facendo risalire a quella prima fascinazione l'origine della storia e alla generosità del padre la possibilità di seguire un'autentica vocazione.
Il ragazzo che voleva diventare cowboy passa così dalla scuola di equitazione ai concorsi ippici fino al 1985, l’anno della svolta, quando a Verona per Fieracavalli incontra due ragazzi canadesi. “È stata come un’apparizione, finalmente avevo davanti a me, in carne, ossa e cappello, l’esempio di quello che avevo sempre sognato di diventare”.
1985: dalla Fiera Cavalli di Verona Enzo Gola torna a Torino con un quarter horse. Abbandonati caps e frustino, (ma anche il ristorante gestito dal padre per oltre un ventennio) si dedica completamente alla monta western, sia in veste di allevatore che di esibitore, vincendo titoli in tutto il mondo.
Parallelamente allo sport e ai lunghi viaggi la scoperta di nuovi sapori ma anche la nostalgia di quelli "di casa" che finiscono per riaccendere un’altra passione di famiglia: quella per la cucina. Il “viaggio dell’eroe” di Enzo Gola trova così la sua maturazione.
Chi ha conosciuto il cowboy lo ritrova nel gusto per curiose contaminazioni. Con la cucina messicana, per esempio, quando nell'antipasto di mare abbina il gambero rosso di Sanremo al lardo rigatino di cinta senese, porro di Cervere e salsa di avocado "leggermente insaporita con lime e panna acida".
Tornato in Italia Enzo Gola ristruttura la cascina del nonno sulla collina torinese, a Revigliasco, per aprire il ristorante Cà Mentin (da Clemente, appunto).
“Quando ero bambino nonno Clemente usava il cavallo da tiro per andare in campagna e io non vedevo l’ora di accompagnarlo: è nata così la passione per questo straordinario animale”, racconta lo chef Enzo Gola, patron del ristorante torinese Cà Mentin, facendo risalire a quella prima fascinazione l’origine della storia e alla generosità del padre la possibilità di seguire un’autentica vocazione.
Il ragazzo che voleva diventare cowboy passa così dalla scuola di equitazione ai concorsi ippici fino al 1985, l’anno della svolta, quando a Verona per Fieracavalli incontra due ragazzi canadesi. “È stata come un’apparizione, finalmente avevo davanti a me, in carne, ossa e cappello, l’esempio di quello che avevo sempre sognato di diventare”.
1985: dalla Fiera Cavalli di Verona Enzo Gola torna a Torino con un quarter horse. Abbandonati caps e frustino, (ma anche il ristorante gestito dal padre per oltre un ventennio) si dedica completamente alla monta western, sia in veste di allevatore che di esibitore, vincendo titoli in tutto il mondo.
Parallelamente allo sport e ai lunghi viaggi la scoperta di nuovi sapori ma anche la nostalgia di quelli “di casa” che finiscono per riaccendere un’altra passione di famiglia: quella per la cucina. Il “viaggio dell’eroe” di Enzo Gola trova così la sua maturazione.
Chi ha conosciuto il cowboy lo ritrova nel gusto per curiose contaminazioni. Con la cucina messicana, per esempio, quando nell’antipasto di mare abbina il gambero rosso di Sanremo al lardo rigatino di cinta senese, porro di Cervere e salsa di avocado “leggermente insaporita con lime e panna acida”.
Tornato in Italia Enzo Gola ristruttura la cascina del nonno sulla collina torinese, a Revigliasco, per aprire il ristorante Cà Mentin (da Clemente, appunto).